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Tirocinio Reiki

Tirocinio Reiki 

Sto vivendo con intensità l’esperienza Reiki, iniziata appena nel mese di luglio scorso, e considerando il periodo estivo, posso dire, veramente da poco. Partecipazione intensa, perchè oltre a partecipare costantemente agli incontri individuali e praticare l’autotrattamento due volte al giorno, ho preso parte a due incontri di tirocinio e il Reiki ha esercitato su di me, dopo l’attivazione di Luglio,  effetti anche positivi. Effetti che, se da una parte si presentano come qualcosa di nuovo nei comportamenti quotidiani di vita, d’altra parte non risparmiano la sofferenza forse più psichica che fisica, in quanto ogni cambiamento, anche se in meglio, per lo spirito di conservazione di fronte al nuovo e all’imprevedibile, viene sempre vissuto con sofferenza e diffidenza (ne parlerò a parte). La partecipazione al tirocinio, sulla quale intendo soffermarmi, ha sintetizzato i principi fondamentali del Reiki, prima di tutto la condivisione da parte di tutti i partecipanti. L’impronta seria e responsabile data dal Maestro Scarascia all’intero incontro ha stimolato ancora di più la spinta verso la concentrazione, la meditazione e quindi l’operatività. Tutti gli allievi, proprio perchè accomunati dallo stesso unico interesse,  che costituisce l’obiettivo del Reki, e cioè raggiungere un “modus vivendi” migliore, dettato soprattuto dalla serenità d’animo, dall’equilibrio interiore e dalla conseguente disponibilità a dare agli altri, dimostravano grande impegno. Il momento di apertura è stato quello che mi ha coinvolto di più, quando tutti i presenti in circolo, nella posizione classica seduti, tenendosi per mano (mano sinistra palmo in alto, mano destra palmo in basso) hanno osservato minuti di concentrazione e meditazione. L’unione delle mani legava un allievo all’altro fino a sentirsi uno per tutti e tutti per uno, in una comunicazione di pensieri e di energia, la quale scorreva in senso orario lungo tutte le braccia, equilibrando le carenze di qualcuno e sommando le energie di tutti in uno scambio silenzioso ed efficace. Immaginare che al centro del cerchio si posava un cumulo di energia superiore alla somma della disponibilità di ognuno, completava il quadro. In una società deficitaria di amore e di fratellanza, dove ognuno con egoismo vive anche a danno di altri, determinando così un contesto di lotta, odio, invidia e rancori,  quella immagine determinata dall’unione di tutti i partecipanti al Reiki, era la testimonianza della necessità di amore tra tutti, accompagnato dal sentimento del dare per creare una società serena e piena di energia costruttiva e gratificante. Il praticante di Reiki, con la formazione che riceve si prefigge  di dare il suo contributo, anche se infinitesimale, affinchè possa cominciare a maturare in tutti un sentimento di cambiamento in bene, essendo  la società molto vicino a toccare il fondo. Mi limito a queste prime considerazioni, ma intendo ritornare sull’argomento procedendo nella pratica del Reiki.

Reikilife Staff

Salvatore

 

Cerchio di luce ed intenti
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